Figlie di una Dea minore

10.09.2021

SALOTTO CULTURALE  PANELLA

Streghe,  furie animali, esseri inferiori, solo madri, solo mogli, solo …….

Da sempre noi donne ci lamentiamo della condizione femminile, di come noi “femmine” siamo state trattate sin dall’inizio dei tempi e di come ancora oggi siamo vittime dei figli di Marte. Da un secolo urliamo che bellezza ed intelligenza sono qualità che  spaventano gli uomini che si sentono inferiori all’archetipo della nuova Venere. Ma cosa facciamo noi donne per le altre donne?

.. e mi ritrovo  a leggere un libro che parla di tutt’altro argomento e di un’altra tragedia (l’olocausto)  ove l’autore si pone l’amletica domanda : “dove mi sarei collocato io? sono certo che non sarei stato fra i carnefici o fra i tanti, troppi, indifferenti?  Non abbiamo bisogno  di indovinare cosa avremmo fatto in quei giorni e nei loro panni . Ci basta chiederci: come vivo io, qui ed ora? Fino a quale livello sono disposto ad abbassarmi, pur di trarre un vantaggio personale? Il confronto con la Catastrofe sarà così un pò più semplice” .

La recente conquista da parte dei talebani dell’Afghanistan e la violazione dei diritti fondamentali dei suoi cittadini,  soprattutto  di quelli delle donne, mi ha fatto interrogare. Cosa faccio qui ed ora? Sono tra i carnefici e gli indifferenti?

Penso a come, in un viaggio temporale dell’orrore, le donne afghane abbiano lasciato una dimensione nella quale sono/erano equiparate agli uomini e siano state catapultate in una dimensione ove sono preda dei fondamentalisti islamici. Da qualche giorno le donne non possono più uscire di casa senza essere accompagnate da parenti maschi, hanno l’obbligo di indossare il burqa per coprire l’intero corpo, i mujaheddin hanno ricevuto l’ordine di entrare nelle case e  verificare la presenza di donne non sposate, o vedove fra i 16 ed i 45 anni e di farsele consegnare, perché destinate ad essere assegnate e sposate a combattenti islamici. Se non obbediscono possono essere uccise. Le donne vengo indotte a non studiare, a non lavorare o a farlo separate dai maschi.

In molti luoghi le donne sono terrorizzate ed evitano di tornare a casa. Provano a  rifugiarsi altrove, trovandosi in situazioni di persistente pericolo, senza cibo e danaro per sopravvivere.

Vi aspetto il giorno 11 settembre 2021 ore 11,00 a Venezia presso la Caffetteria dei Giardini Reali per un incontro del salotto culturale. Come nel 600, seduti ad un tavolo, daremo immaginazione e vita alle parole di poetesse, letterate o semplici donne afgane, che hanno paura, soffrono, lottano, vivono (o cercano di vivere) come noi. Non voglio dare una lettura politica ai fatti  ma solo dare voce alle donne afghane. Verranno recitate alcune poesie e lette alcune  pagine di libri perché la cultura è anche questo: sognare  di cambiare il mondo con le parole e le idee.

Ciascuno di noi se ne andrà e  deciderà, se vorrà, di fare ciò che pensa sia giusto, anche solo gridare che si tratta di un orrore.

Ti aspetto.
Alessia Panella

R.S.V.P.